Gioventù universitaria con e contro il fascismo

27.02.2017

Tessera dei partecipanti ai Gruppi Universitari Fascisti

Sandro Cabassi - Storia di un universitario antifascista


La storia di Sandro Cabassi

Sandro Cabassi nasce a Mantova nel 1925, vive a La Spezia fino al 1941 anno in cui la famiglia è costretta a trasferirsi a Parma per sfuggire ai bombardamenti aerei,nel 1942 si spostano a Carpi. Unico figlio di Emilio e Maria Podestà, entrambi laureati, cresce in una famiglia benestante, accudito da una tata affettuosa, amatissimo dal nonno materno, trascorrendo un infanzia spensierata scandita tra il mare della sua città, le vacanze in montagna, la scuola e i giochi, le festività e il tempo libero con nonni, zie e cugini, tutti momenti di una quotidianità serena ed agiata. "Vispo, sano, forte, di bellezza statuaria", tanto che a tre anni vince un concorso di bellezza per bambini, la sua fanciullezza si svolge tutta negli anni dell'Italia ormai fascista, gli anni in cui l'educazione, l'indottrinamento dei giovani e la scuola sono i mezzi privilegiati della propaganda del regime. Iniziato il suo percorso scolastico, manifesta subito un intelligenza "sveglia" e passione per lo studio, doti che lo accompagneranno sempre e gli consentiranno di portare a termine brillantemente i vari gradi della sua istruzione. Sono "giorni felici" vissuti da "studenti spensierati" insieme al grande amico Eraldo Munafò: Sandro è "pieno di vita col ciuffo un po' arruffato ed unaria allegra e negli occhi lampi di gioie per idee nuove e sempre magnifiche", "sempre padrone di se stesso e della sua vita, senza timori, senza tentennamenti". Sandro è un amante dell'arte e della musica, ha persino una bella voce e si diverte a cantare; studia il violino e a 15 anni vince un concorso per giovani violinisti a La Spezia; ha la passione per l'aeromodellismo e pratica molti sport dal canottaggio al tennis; aspira a diventare un ufficiale di marina. Con l'inizio della scuola superiore prende avvio la sua maturazione, segnata dall'abbandono dell'infanzia e nello stesso tempo della elaborazione di nuovi "progetti, sogni ancora, speranze". Iscritto al liceo classico di La Spezia insieme al caro amico Eraldo, rimane "a lungo sui banchi scolastici, seguendo col cuore in rivolta gli eventi bellici" e rivelando via via "un indole ribelle, rivoluzionaria, anelante la libertà piena, incondizionata". Iniziano le discussioni "lunghe ed appassionate" che talora gli fanno perdere le lezioni, nel suo cuore "qualcosa ardeva" spingendolo "irremovibilmente a passi grandiosi" verso cose più grandi di lui. L'anno 1941 rappresenta, nella vita del ragazzo, uno spartiacque: costretto dalla guerra ad abbandonare la sua città, i compagni di scuola e gli amici, giunge a Parma dove trascorre alcuni mesi. Dopo il periodo a Parma, i Cabassi arrivano a Carpi (1942); Sandro si iscrive al liceo classico di Correggio per completare gli studi e successivamente alla Facoltà di Chimica dell'Università di Modena. E ormai un giovane uomo che ha maturato convinzioni e prese di posizione di fronte alla storia in cui si trova a vivere: "La mia strada l'ho tracciata e la seguirò sempre ... il mio pensiero è dettato da una meta e non subisce turbamenti né deviazioni. Tanto meno può annebbiare la mia vista un prossimo forzato obbligo verso chi disprezzo ... odio chi combatto, amo chi stimo". Il 14 marzo del '44 fuggiva da casa per abbracciare liberamente e totalmente la causa degli oppressi , per lottare insieme ad altri studenti con gli operai e con i contadini per l' indipendenza del paese. Diveniva il fondatore e l' animatore , nella provincia di Modena, del '' fronte della gioventù " guida preziosa di centinaia di giovani che abbracciano lo stesso suo ideale di lotta. La sua lotta dura, cosciente e coraggiosa nei mesi seguenti la fuga da casa, creò un fortissimo movimento giovanile nella nostra provincia, il suo esempio costante ed eroico cementò quei giovani compagni di lotta. È appunto durante una missione estremamente importante e rischiosa che egli vieni fermato e riconosciuto il 22 ottobre del 1944 per 3 giorni e interrogato e torturato dai soldati fascisti per cercare di ottenere i nomi dei compagni, ma nulla uscì dalla sua bocca, all' alba del 26 ottobre viene ucciso con 3 colpi di pistola.

Conseguenze della sua morte

Immediatamente dopo la sua morte ed ininterrottamente fino ad oggi la memoria della figura di Sandro Cabassi, della sua personalità, del suo coraggio, dei suoi ideali e delle sue azioni, nonché della sua uccisione, si è conservata e diffusa nella città di Modena, a cominciare dalla data del 28 aprile 1945, giorno in cui il CLN I Zona di Carpi, di cui era allora Presidente in carica Emilio Cabassi, viene a Modena a deporre una corona sul luogo della fucilazione di Sandro. In quello stesso luogo, qualche anno dopo, la città dedicherà alla memoria del diciannovenne il monumento tuttora visibile in via Paolucci, aggiungendo quindi un altro luogo di memoria al Famedio partigiano del cimitero di San Cataldo, dove il giovane è stato sepolto. Ma la memoria di Sandro Cabassi si dilata anche grazie alle parole scritte sulla stampa, in particolare sulle pagine di "Unità democratica", "La voce del partigiano" e di "La verità", periodici in cui l'anniversario della morte e quello della Liberazione, diventano rinnovate occasioni per riproporre alla riflessione dei lettori il valore del sacrificio di un "eroe del popolo" (1945), per rievocare "la sua nobile figura affinché sia di esempio il suo sacrificio, di guida il suo illuminato pensiero" (1946), per celebrare un "eroe nella sfida eroica e del perdono ancor più eroica" (1947), per ribadire "Onore ai nostri eroi. Il suo esempio, i suoi insegnamenti e i suoi ideali sono la guida della gioventù modenese" (1949) ed ancora "per ricordare non solo un eroe purissimo ... che diede la vita per la libertà della Patria" ma anche "la lotta dura e coraggiosa di una generazione, della sua generazione, per il riscatto dellonore e della dignità de nostro Paese" (1954). 

Osservazioni sulla figura di Sandro Cabassi. 

La figura e l'esperienza di Sandro Cabassi hanno lasciato nella memoria della città di Carpi un segno indelebile reso tangibile mediante la dedicazione al suo nome, subito dopo la fine della guerra, di uno spazio fisico da tutti conosciuto e frequentato quale è lo stadio cittadino, al quale si aggiungono via via nel tempo quelle di una strada centrale (Corso Sandro Cabassi), e le intitolazioni della Società di nuoto nonché della locale sede dellArci. Non sono mancate inoltre, anzi sono state davvero numerose, le occasioni pubbliche in cui la sua storia è stata ricordata e riproposta alla riflessione contemporanea per coglierne quei significati che ancora possano parlare ed interrogare le nuove generazioni. Infine, un forte contributo alla conservazione della memoria di Sandro Cabassi è stato dato dalla sua stessa madre, Maria Podestà. Ancor giovane, muore a Carpi il 20 ottobre del 1952 e nei giorni precedenti con suo testamento designa quale erede universale il Comune di Carpi "collobbligo di provvedere alla istituzione di una fondazione al nome di Sandro Cabassi - Augusto Podestà" finalizzata all'assegnazione annuale di borse di studio a ragazzi carpigiani meritevoli e "disagiati negli studi". In un biglietto di suo pugno che accompagna il lascito Maria Podestà spiega: "Lo studio infinito è il gran sogno del figliolo mio. "Tutti devono poter studiare" è il suo dire e ugualmente è il pensiero di mio padre". Tale Fondazione fu costituita immediatamente (1953) ed operò autonomamente fino al 1979 anno in cui il suo Consiglio di Amministrazione decise di trasferirne le funzioni ed il patrimonio al Comunedi Carpi che riuscì a mantenerla in vita fino al 2008.

Sandro Cabassi e l'antifacsismo

Il termine, nella sua accezione originaria, identifica i movimenti popolari spontanei sorti in Italia a partire dagli anni successivi al termine della prima guerra mondiale, in opposizione all'allora nascente fascismo,esso cercava di impedire l'affermarsi sulla scena politica prima dei Fasci Italiani di Combattimento (1919) e poi del Partito Nazionale Fascista (1921), fondati da Benito Mussolini. In Italia l'organizzazioni paramilitari fasciste resero clandestine qualsiasi forma di opposizione al regime. Gli antifascisti si opposero, almeno fino al assassinio di Matteotti, anche con la lotta armata (es. gli Arditi del Popolo) contro le camicie nere. Di conseguenza i vari giornali socialisti furono costretti a chiudere e le personalità di spicco della sinistra a lasciare l'Italia. I pochi socialisti rimasti formarono nel 1926 la convenzione antifascista; mentre i comunisti si organizzarono in società segrete, vivendo in zone malfamate e agendo nell'anonimato. Numerose furono le azioni antifasciste per ostacolare il regime,uno dei maggiori esponenti di quegli anni fu proprio Sandro Cabassi il quale rappresentava la gioventù in particolare modenese,egli guidò numerose missioni,proprio in una di queste fu catturato e ucciso. La grande differenza tra i giovani che aderivano al fascismo e quelli che lo rinnegavano e condannavano,come il giovane Cabassi,era proprio quella del rifiuto dei valori che il regime insegnava, o meglio costringeva a imparare,per crearsene di propri,mettendosi contro chiunque e qualsiasi cosa per ciò in cui si crede.

Raffaele Falco


Aurelio Sanley - Storia di un universitario fascista

Storia di Aurelio Sanley

Era il Segretario politico del Fascio di Vignola, aveva ventun' anni e apparteneva ad una nota famiglia vignolese. Notevole era il suo ascendente tra i fascisti della zona. Aurelio studiava giurisprudenza all'università di Modena e rimase famoso per i fatti accaduti in via Emilia il 26 settembre 1921. Questo è quanto accadde, secondo le parole dell'allora Rettore dell'Università di Modena "quella sera in cui tutti i fascisti di Modena e provincia si raccolsero per ascoltare un'alta e dignitosa parola di protesta contro ingiuste violenze subite":

"Eccoli calmi, sereni, inquadrati nel serrato corteo che si svolge lungo la via Emilia. Non si odono clamori violenti, non si odono parole di minaccia. Sentite? È l'inno della giovinezza che sale al cielo, è il canto delle vergini forze della giovine Italia, che risorge contro i vecchi idealismi imbelli è la strofe ardente della liberazione che si innalza al cielo come un'offerta di fede.

Ma ecco i canti tacciono, i giovani hanno portato al rappresentante del governo la loro ammonitrice parola. Un'autorevole voce sta per pronunciare parole di compiacimento per la serietà e l'ordine della manifestazione, ma ecco, da un cordone poliziesco di sbarramento un improvviso schianto segna il principio di una strage orrenda. I colpi di moschetto echeggiano sinistramente fitti e rabbiosi; il misfatto è compiuto."

Sette furono i morti tra cui Aurelio Sanley di 21 anni.

Dopo la sua morte l'università di Modena decise di assegnare al giovane martire la LAUREA AD HONOREM durante una cerimonia a cui furono presenti molte autorità civili e militari fasciste, il corpo accademico e numerosi studenti.

Fatti generali e modenesi

Gruppi universitari fascisti

I G.U.F. (Gruppi Universitari Fascisti) nacquero ufficialmente nel 1920 e raccolsero tutti gli studenti universitari che si riconoscevano nei programmi dei Fasci Italiani di Combattimento prima e nel Partito Nazionale Fascista poi. I primi studenti universitari aderirono al fascismo già dal 1919 e in molte città si formarono Squadre d'Azione interamente formate da goliardi. Con la presa di potere il Regime si dedicò con attenzione all'organizzazione e all'istruzione di questa gioventù che, a detta dello stesso Mussolini, doveva rappresentare la futura classe dirigente d'Italia. Appartenevano ai G.U.F. tutti i giovani dai 18 ai 21 anni che erano iscritti ad una Università o ad un Istituto superiore o ad un'Accademia Militare o all'Accademia Fascista della G.I.L. 

Organizzazione

I G.U.F. erano organizzati in Nuclei. I Nuclei Universitari Fascisti erano gruppi di almeno 25 fascisti universitari che potevano essere costituiti in ogni città, alle dipendenze di un fiduciario il quale era nominato dal Segretario Federale su proposta del Segretario del G.U.F. e faceva parte del Direttorio del Fascio di Combattimento locale. Presso ogni G.U.F. era costituita la Sezione femminile e ne facevano parte le studentesse universitarie, le laureate e le diplomate fino al 28° anno di età. Ogni G.U.F. aveva sezioni di laureati e diplomati e, dove ce ne fossero, la Sezione studenti stranieri. Compiti dei Gruppi Universitari erano le attività politico culturali, le attività sportive e quelle assistenziali. L'attività politico culturale, che tendeva alla preparazione e alla selezione dei giovani, si effettuava attraverso la Scuola di Mistica Fascista "Sandro Mussolini" che coordinava i corsi di preparazione politica per giovani, i Prelittoriali e i Littoriali della cultura, dell'arte e del lavoro, il Teatro sperimentale del G.U.F., le sezioni cinematografiche, radiofoniche e di stampa universitaria. L'attività sportiva si svolgeva ogni anno attraverso gli Agonali, i Littoriali dello sport e le Settimane alpinistiche e marinare. L'attività assistenziale veniva effettuata attraverso le case e le mense dello studente, gli ambulatori medici e gli uffici dispense.

Matteo Munari

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