Formazione di una gioventù fascista

28.02.2017

Gruppo di bimbi all'asilo.


Claudio N.

La figura di un Comandante di una fazione di Balilla tra il 1931 e il 1938 durante l'occupazione fascista è pressoché uno specchio dell'educazione dei giovani durante il ventennio.

La vita di Claudio

Nacque il 18 settembre 1904 da Giovanni e Marina R. a Modena. Nel 1920, all'età di all'incirca sedici anni, entrò a far parte della politica, dichiarandosi fascista. Partecipò attivamente alle opere dell'Organizzazione Nazionale Balilla fino al 1931 quando, all'età di 27 anni e dopo aver raggiunto l'anzianità, venne proclamato Capo Manipolo nei quadri dell'Organizzazione Giovanile, e diventò il responsabile di una legione di giovani ragazzi. Il suo ruolo nella società, la sua devozione nei confronti del regime e l'enfasi che metteva nell'insegnamento dei valori fascisti lo rendevano un anello importante nel percorso di crescita dei ragazzi che si trasformano da bambini a soldati del Regno d'Italia. Nel 1932, dopo il suo primo anno di lavoro, ricevette un giudizio ottimo sulla sua condotta pubblica e privata. Nel giudizio vengono messi in luce soprattutto la qualità dell'uomo, la condotta della vita privata, il sentimento patriottico, la cultura generale e la capacità militari, insieme alle doti di comando e la condotta sportiva. Nello stesso anno ricevette inoltre un avanzamento di grado, che lo portò a diventare Comandante di una Legione Balilla. Ricevette così ogni anno il giudizio sul suo operato da parte di un suo superiore che spesso sottolineò le qualità positive del comandante, come l'entusiasmo, la costanza, la serietà, la fedeltà al partito Fascista e le capacità di comando.

"È fascista dalla prima ora, di fede, di serietà, di entusiasmo e di costanza. Ha particolari attitudine iniziativa. È ufficiale di molto tatto, distinto e di vasta cultura generale, di coscienza e si dedica infaticabilmente a pro dell'Organizzazione. È stimato dai superiori, ben voluto dai pari grado, rispettato dagli inferiori. Comanda dimostrando molta capacità e molto buon senso ed alto spirito di iniziativa. Nella vita privata è esemplare.  Lo giudico pertanto ottimo Ufficiale Comandante di Legione Balilla."

Nel 1936 diventò Centurione, e prese il ruolo di Comandante di una centuria nella milizia volontaria per la sicurezza nazionale, e da quel momento la sua vita prese una piega affacciata al campo militare, più che a quello educativo: passò infatti alla dipendenza del Comando Generale nel 1937 e poi al ruolo di GdL nel 1938. Il suo ruolo all'Interno dell'Opera Nazionale Balilla era quello di educare, inquadrare i giovani ed abituarli al loro ruolo al'interno della società e alla divisa da militari e all'uso proprio delle armi, finalizzando i ragazzi al giuramento di fedeltà al regime fascista e al Duce. Era inoltre portatore fiero del suo titolo, in quanto nella sua vita fu più volte lodato e promosso a gradi sempre più elevati, ed aveva un giudizio sempre positivo nei rapporti, che lasciano ad intendere la sua devozione nei confronti del suo lavoro e del suo ruolo sociale, nonché l'importanza che questo aveva per i giovani fascisti che doveva educare. Egli era la figura maschile per eccellenza, il simbolo della forza e del potere del regime che controllava ogni cosa. Non aveva, agli occhi dei suoi allievi, imperfezioni o fragilità; era l'uomo da seguire, l'uomo da rispettare e invidiare allo stesso tempo. (Anderlini Nicole)

L'ONB in Italia

L'Opera Nazionale Balilla (abbreviato ONB) nasce ufficialmente nel 1926 con l'obiettivo di monitorare le attività dei ragazzi fuori dalla scuola. Comprendeva i ragazzi e le ragazze dai 6 ai 21 anni e ha il compito di educare e crescere i giovani per farli diventare dei perfetti fascisti. Per adempiere al meglio a questa funzione, divisero i ragazzi in base all'età e al sesso, specializzando le attività ricreative secondo queste classi:

6-8 anni

Figli della Lupa

8-14 anni

Balilla

Piccole Italiane

14-18 anni

Avanguardisti

Giovani Italiane

18-21 anni

Giovani Fascisti/e

Dopo lo smistamento dei ragazzi in base a questi criteri, ogni classe aveva delle attività specifiche da eseguire durante il percorso di formazione.

I fasci maschili avevano lo scopo di elogiare la virilità maschile, esercitare l'anti-femminismo e insegnare la virtù della dirigenza e del comando. I comandanti delle legioni avevano l'obbligo di inquadrarli e rivestirli con la divisa per militarizzarli.

Per i fasci femminili è opportuno fare un approfondimento, poiché è un argomento piuttosto sensibile e controverso: per questo motivo abbiamo creato una sezione apposita; ci limiteremo qui a dire che i fasci femminili esaltavano, contemporaneamente, la donna nuova, impegnata, lavoratrice, e la figura di "angelo della casa". (per ulteriori informazioni, consultare "Educazione della donna durante il Ventennio fascista).

Vi erano inoltre numerose rivalità tra i gruppi organizzativi per i ragazzi come l'Associazione scoutistica e l'Azione cattolica. In particolare, per quanto riguarda la seconda, facciamo riferimento alla biografia di Focherini Odoardo nella seconda parte ("L'ONB a Modena"). Questa grande scissione tra il regime fascista e le altre organizzazioni giovanili costò lo scioglimento di quasi tutte le istituzioni che non fossero l'ONB, e la galera per tutti gli oppositori.

Una delle caratteristiche principali dell'istituzione dell'Opera Nazionale fu l'introduzione del sabato fascista: esso era una festività settimanale, e tutti gli abitanti erano tenuti a partecipare alle attività organizzate per quell'evento. La città veniva divisa in gruppi rionali, e ognuno di questi aveva la propria sede (solitamente si trattava di un palazzo in cui si riunivano le figure più importanti del gruppo, dedicato quasi esclusivamente ai fascisti morti), in cui si organizzavano le attività da svolgere.

I gruppi di giovani si ritrovavano all'una davanti alla sede del gruppo rionale, e chi arrivava in ritardo sarebbe stato punito severamente. Dopodiché i ragazzi venivano messi in riga e cominciavano a marciare cantando per i viali canzoni fasciste e, infine, potevano partecipare le attività per cui erano educati: i ragazzi più grandi, ad esempio, prendevano parte ad esercitazioni pre militari, come il tiro a segno.

L'ONB a Modena

Uno degli eventi più importanti riguardanti lo scioglimento della Federazione della Gioventù Cattolica vede come uno dei protagonisti Focherini Odoardo, nato nel 1904 a Carpi e designato segretario della Federazione di Carpi nel 1924. Dopo lo scioglimento di questa nel 1927 a causa dell'ostilità mostrata dalle autorità del regime fascista, Focherini viene nominato presidente della federazione della Società della gioventù cattolica italiana. Nel 1931 i circoli cattolici vengono sciolti, e Focherini dsi adopera per salvare i simboli dell'associazione nelle periferie. Questo è un particolare caso di ribellione al regime fascista che tuttavia non modifica minimamente l'andamento degli eventi in quel periodo. I giovani continuano a trovarsi al sabato davanti alla sede del gruppo rionale e dopo essere messi in riga, partivano marciando e cantando fino a Cognento, per poi ritornare in centro e intraprendere le loro attività ricreative. Un altro luogo di incontro di cui si parla spesso è il teatro Storchi, che i ragazzi e le ragazze utilizzavano come punto di riferimento.

È interessante osservare come valori quali la partecipazione politica e sociale dei giovani fossero argomenti cari al Duce, tanto cari quanto pericolosi: era perciò necessario monitorare e impostare dei comportamenti comuni, al fine di annullare il sentimento di "individuo" e ridurre tutto il popolo ad una sola scelta, un solo voto, una sola opinione. 

Nicole Anderlini


L'educazione delle donne

Gruppo di bambine appartenenti ai figli della lupa
Gruppo di bambine appartenenti ai figli della lupa


L’EDUCAZIONE DELLA DONNA DURANTE IL VENTENNIO FASCISTA

Le bambine e le ragazze venivano inserite nei seguenti gruppi:

  • Figlie della lupa: dai 6 agli 8 anni
  • Piccole italiane: dagli 8 ai 14 anni
  • Giovani italiane: dai 14 ai 18 anni

Il 24 maggio si celebrava la Leva fascista femminile, che consisteva nel passaggio da una classe all’altra.

Il 10 ottobre 1928 il partito fascista decise che l’insegnamento dell’educazione fascista diventava obbligatorio per tutti, sia ragazzi che ragazze dalla terza elementare.

Nelle scuole fasciste le donne avevano una educazione simile a quella dei maschi, come loro studiavano aritmetica e facevano educazione fisica, si può dire che raggiunsero un’uguaglianza con gli uomini, frequentavano i Campi Dux1, anche se talvolta venivano separate dai ragazzi in classi o in scuole diverse e ricevevano un insegnamento adatto alla loro età e al loro sesso, in quanto future donne della società fascista; le loro attività comprendevano corsi di taglio e cucito, di ricamo, corsi di igiene, pronto soccorso ed economia domestica.

Le donne dovevano essere forti per diventare delle buone madri, che dovevano dare dei figli non solo alla famiglia, ma anche alla Patria; “… e se un giorno a questi figli dovreste consegnare il moschetto, lo consegnerete senza piagnucolare, con un gesto di nobile fierezza”. Esse dovevano abituarsi a non impressionarsi di fronte ad un fucile e “… la finissero di cadere svenute appena risuona un colpo di fucile o un colpo di moschetto".  L'ONB insegnava alla donna, accanto all'educazione fisica, l'economia domestica, la puericultura e l'infermeria.

Le ragazze venivano addestrate anche per la vita coloniale, con corsi di preparazione offerti alle organizzazioni femminili della Gioventù Italiana del Littorio, che avevano lo scopo di formare le giovani, cioè prepararle alla vita nella colonia. La parte pratica comprendeva: ammobiliamento, l’igiene della casa, la culinaria, la lavorazione dei latticini, la confezione del pane, la coltivazione dell’orto e del giardino, la confezione del vestiario, l’artigianato.

1 Campi Dux: Erano delle adunate di giovani in cui si organizzavano gare sportive in onore del Duce.

 

LA DIVSA FEMMINILE                                                                                                                              

 Da G.Bertone,  I figli d’Italia si chiaman balilla : ” Io sono una Piccola Italiana. Amo la mia divisa. Essa è formata dal berretto nero, camicetta bianca, sottana nera, calze bianche e scarpe. Indosso la mia divisa di Piccola Italiana quando devo andare alle adunate. Quando la indosso provo nel mio cuore un amore per l’Italia, un amore per la mia Patria. Noi Piccole Italiane quando indossiamo la divisa sembriamo tante rondinelle d’Italia. Ma non resterò  sempre piccola, diventerò alta, e sarò donna Italiana. Anche quando sarò donna indosserò la mia divisa. Le donne italiane devono imitare le donne degli antichi Romani. Esse stavano  a casa ad allevare i figli ed a educarli. Filavano la tela, e ripulivano la casa. Anche noi  dobbiamo prendere esempio, e stare a casa a ripulire, ordinare, lavare e far da mangiare. Sono questi doveri di una vera donna Italiana”

 

      L’IMPORTANZA DELLA DONNA

Bisogna comunque dire che anche se durante il fascismo la donna aveva raggiunto una certa emancipazione, questo non significa che avesse assunto la stessa importanza dell’uomo.

Questo è dimostrato dal fatto che si trovano molti meno documenti sulle donne. Si ha notizia di molte insegnanti, ma è raro trovare loro biografie. Le donne erano soprattutto mogli e madri e il loro ruolo sociale era inferiore a quello dell’uomo.

    

FEDERICO CANTINI SERRANO


Educazione nelle scuole elementari

LA SCUOLA ELEMENTARE FASCISTA

 

NOZIONI D’IGIENE

Le materie che venivano insegnate non erano diverse rispetto a  quelle che si insegnavano prima del fascismo, ma venne aggiunta Nozioni d’igiene, a cui nei Programmi ministeriali veniva riconosciuta dignità pari a quella delle materie impartite tradizionalmente, quali aritmetica, lingua italiana, geografia o storia: inoltre era un insegnamento rivolto indifferente agli scolari maschi e femmine. Dalla prima alla terza classe c’era una particolare attenzione per l’igiene del corpo umano e per le nozioni sul corpo umano, dalla quarta lo spazio per l’igiene diminuisce a favore della trattazione di argomenti di educazione fisica. Nell’ultimo anno le norme igieniche si collegano direttamente alla propaganda sulle Opere del Regime.

LA PREGHIERA

«Io credo nel sommo Duce, creatore delle camicie nere, e in Gesù Cristo suo unico protettore. Il nostro salvatore fu concepito da buona maestra e da laborioso fabbro. Fu prode soldato, ebbe dei nemici. Discese a Roma, il terzo giorno ristabilì lo Stato. Salì all'alto ufficio. Siede alla destra del nostro Sovrano. Di là ha da venire a giudicare il bolscevismo. Credo nelle savie leggi. La comunione dei cittadini. La remissione delle pene. La resurrezione dell'Italia, la forza eterna, così sia.»

Molti pensarono che queste parole, che riecheggiavano il Credo, recitato nella messa cattolica, assomigliassero troppo a una bestemmia. La preghiera pertanto non ebbe grande seguito.

LA PROPAGANDA.

Il partito fascista si concentrava maggiormente sui bambini per diffondere l’ideale fascista, per esempio nelle scuole elementari attraverso le divise, le materie e le poesie trasmettevano questo ideale. C’erano anche le festività, come per esempio la befana fascista che serviva come pretesto per onorare il duce. Durante manifestazioni pubbliche, ai bambini veniva richiesto di recitare delle poesie o di leggere il tema che avevano scritto in onore del partito fascista o del duce.

LA DIVISA SCOLASTICA

Era costituita dalla classica camicia nera, fazzoletto azzurro, pantaloni grigioverde, fascia nera, fez (il copricapo arabo mutuato dagli arditi); la divisa dei Balilla era indossata dai bambini delle elementari ed erano come dei militari dell'ONB. Quasi sempre presente nelle esercitazioni era inoltre il moschetto Balilla (in versione giocattolo per i figli della lupa).

FEDERICO CANTINI SERRANO


Plasmare le menti giovani


Mario Ruini

Mario Ruini, nato il 18 novembre 1901, resterà famoso come il "primo fascista ucciso a Modena". Figlio di Umberto Ruini, architetto e pittore, aveva vissuto a Modena insieme al fratello minore e alla zia, la quale aveva sostituito la madre morta e il padre assente dalla città. Conseguita la licenza tecnica, iniziò a dimostrare forti sentimenti patriottici, i quali lo spinsero ad iscriversi al Fascio di Combattimento e a partecipare alle battaglie di Fiume nel XII reparto d'Assalto della legione di Gabriele D'Annunzio. Tornò a Modena il 3 gennaio 1921 e la sera del 21 dello stesso mese, mentre tornava a casa dal Fascio di Combattimento insieme al fratello Arrigo e all'amico Giulio Strado, venne attaccato da tre individui armati di rivoltella e ucciso nello scontro.

La notizia della sua morte si diffuse rapidamente nella città: le lezioni all'Università furono sospese e centinaia di fascisti si riunirono nel centro di Modena a richiedere l'esposizione della bandiera abbrunata a mezz'asta, simbolo di lutto. Furono numerosi i manifestanti in Piazza Mazzini e Piazzetta delle Ova, a partecipare al dolore ascoltando i discordi del segretario politico del Fascio Enzo Ponzi, il quale condannò i responsabili di una morte prematura, all'inizio del Ventennio Fascista.

L'Istituto F. Corni nel ventennio fascista

Con i decreti del 31/10/1923 la Scuola Popolare Operaia assunse il nome di Scuola d'avviamento maschile e femminile, della durata di tre anni. Il verbale della seduta del Collegio Docenti recita:

"È proposta e poi approvata una diminuzione d'orario alla prima classe e, di conseguenza, una riduzione del programma. Sei ore giornaliere alla prima sono sufficienti, data pure l'età giovanile e la grande lontananza dalla scuola di buona parte di essi. Resterebbe quindi fissato: per il I anno ore 36, per il II anno ore 42, per il III anno ore 48. Si porterebbero così gradatamente gli alunni ad abituarsi all'orario delle officine dove saranno un giorno chiamati."

Al termine della riunione il direttore Apollinare Mercuriali raccomandò che fossero aboliti i compiti a casa: avrebbero tolto agli alunni ore di sonno e reso difficile partecipare alle esercitazioni preliminari dell'Opera Nazionale Balilla, al sabato pomeriggio.

Il 5 novembre 1921, nella riunione del Collegio Docenti vengono stabilite e/o precisate altre regole, tra cui:

"Gli alunni entreranno nell'atrio al fischio della sirena (ore 8.55 e 13.55) e si disporranno sotto il porticato, ognuno nello spazio assegnato alla propria sezione, per accedere poi in ordine militare agli spogliatoi e alle aule accompagnati dai rispettivi insegnanti."

Lo scopo era quello di abituare gradatamente i ragazzi all'orario delle officine e in generale alla visione operaistica, ad esempio la campanella era sostituita dal fischio della sirena e ingresso e uscita avevano percorsi distinti per maschi e femmine. In aggiunta la puntualità era essenziale per adattare le menti giovani alla disciplina richiesta al personale nelle fabbriche.

Da questo momento iniziò ad instaurarsi nella scuola un clima sempre più politico. Ad esempio il direttore Apollinare Mercuriali annunciò l'utilizzo di un orologio controllo. Alle obiezioni di alcuni docenti questi dichiarò che "nessuna menomazione vengono a subire gli insegnanti", ma è possibile che si trattasse di un provvedimento suggerito dal partito fascista. Infatti, quando la scuola era sotto la sua direzione, l'interesse rivolto agli aspetti didattici era scarso, probabilmente per la sua osservanza al regime politico. Un altro esempio di presenza fascista nella scuola si ha con la direzione di Ugo Pizzoli, alla cui assemblea di elezione assistette il prof. Italo Maffei, noto esponente del partito fascista. Durante la seduta, inoltre, viene esposta la Federazione, insieme ai suoi scopi, e gli insegnanti dichiarano ad unanimità la loro aderenza alla Confederazione delle Cooperazioni sindacali e la costituzione della Sezione di Modena. Vi possono essere dubbi su questa adesione tanto spontanea ma ciò si può ricollegare alla presenza del gerarca Maffei, venuto forse per accertarsi la fedeltà del personale scolastico.

In seguito a questa riunione venne imposto agli studenti il saluto romano alla vista di un insegnante e il canto dell'inno fascista Giovinezza all'ingresso in Aula Magna. Dalla decima riunione del Collegio dei docenti in poi, accanto alla data scritta sul verbale, verrà aggiunta l'indicazione dell'"era fascista" in cifre latine e dagli ultimi anni '30 si aggiungerà alle altre materie quella della cultura fascista. Nelle aule della scuola vennero appesi quadri del Re, del Duce e di Fermo corni, i libri di testo dovevano essere in sintonia con il regime e gli insegnanti dovevano essere iscritti al partito fascista, l'iscrizione alla G.I.L. divenne obbligatoria e all'educazione fisica vennero associati esercizi a corpo libero in successioni prescritte, in preparazione al saggio finale delle scuole secondarie. Nel 1932, per la mostra del Decennale della rivoluzione fascista, il Consiglio d'amministrazione favorì la visita scolastica a Roma, accollandosi le spese, e stanziò un contributo per la partecipazione ad un campeggio della G.I.L.. Il 23 ottobre 1921, infine, venne stabilito che gli studenti avrebbero dovuto rivolgersi ai professori utilizzando il "lei", sostituito in seguito da "voi" perché bandito dalla lingua italiana in quanto "vocabolo di origine straniera e borghese".

La riforma Bottai (1940) aveva come scopo quello di unificare le varie scuole medie inferiori in un'unica scuola media, con il lavoro come mezzo d'educazione generale. Tuttavia questa presenza del lavoro non fu mai concreta, ciò portò solo ad una distinzione tra scuola d'avviamento (tra cui il Corni) per i figli di operai, artigiani e contadini, e scuola media per chi avrebbe continuato gli studi. Gli studenti del Corni, perciò, non furono indirizzati verso gli studi universitari (ad eccezione per le facoltà di economia e commercio, alle quali si poteva accedere dopo un triennio di specializzazione, per frequentare il quale era necessario superare un esame di ammissione). In sostanza, la riforma Bottai portò alla separazione delle sezioni maschili e femminili. La Scuola d'avviamento femminile prese il nome di Istituto femminile F. Corni con sede nella ex casa della G.I.L.. Da questo istituto sono nati l'istituto tecnico "F. Selmi" e l'istituto professionale "G. Deledda".

Con la legge n.1859 del 1962 venne istituita la scuola media unica, perciò la Scuola d'avviamento Corni si divise nelle due scuole medie Guglielmo Marconi e Galileo Ferraris.

Silvia Gavini

© 2017 Blog a scopo educativo dell'Istituto Storico.
Creato con Webnode
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia